Il Cannone di Villa Magri

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Villa Magri è una piccola località della frazione S. Agata di Cassina de’ Pecchi. Tutti i cassinesi la conoscono, ma pochissimi sanno che questa località ha un soprannome: “Cannone”, in dialetto “El Canun”.

Parecchie volte ho sentito nominare “”El Canun” per indicare un luogo preciso della frazione, ma senza rendermi conto della motivazione.

Così è capitato anche a Franco Castelli di S. Agata che, da lungo tempo cercava una spiegazione: l’ha avuta da un amico ed io ben volentieri gli proposi di comunicarla alla comunità attraverso “L’amico della Terza Età”, che lieto l’accoglie come gradevole e curiosa notizia per il paese.

“Negli anni della prima giovinezza, mi raccontava Giancarlo Ginzaglio, andavo alla scuola di catechismo, tenuta dalle sorelle Luigina e Giulietta Magri, nella corte del Paradiso a Villa Magri.

Le sorelle, oltre all’istruzione religiosa, raccontavano fatti e storie che il Maggioni e il Santambrogio, novantenni del luogo, avevano loro trasmesso.

Il fatto più significativo è come venne dato  il soprannome a questa località, detta comunemente “Cannone”.

Nel 1796 Napoleone Bonaparte col suo esercito scese in Italia, e nel 1805 si autoincoronò imperatore nel Duomo di Monza con la corona ferrea che, secondo la tradizione, contiene un chiodo della crocifissione di Gesù.

Dopo questi eventi, Napoleone e le sue truppe, dislocate un po’ ovunque, si trovarono a stazionare a Villa Magri, mentre l’Imperatore fu ospitato dalla famiglia Ca Bianca a Gorgonzola, ove pernottò nella torre del palazzo in un letto di ferro. Egli preferì coricarsi nella torre ritenendola maggiormente sicura, avendo un solo accesso. La mattina seguente i carriaggi dell’esercito, capitanati da Bonaparte, mossero in direzione di Cassina d’Adda, per tenere testa all’esercito austriaco. Giunti a Villa Fornaci, facendo la conta dei mezzi, si accorsero che mancava un cannone.

I cannonieri, forse non del tutto sobri dalle gozzoviglie della sera precedente, ritornarono a Villa Magri, e dietro un cespuglio ritrovarono il cannone mancante, probabilmente occultato dalla resistenza locale, e lo riportarono nel convoglio.

Per questo fatto la località venne soprannominata “El Canun” ed anche l’attuale Bar-Trattoria ne conserva il nome”. 

                 Franco Castelli  –  Mons. Bruno Magnani