“Le origini della famiglia Serbelloni”

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A seguito del mio libro “Un cuore che batte per tutti”, ho ritenuto opportuno presentare sull’Insieme Le origini della famiglia Serbelloni, per sapere chi furono gli antichi proprietari dei terreni di Cassina de’ Pecchi e Camporicco. Consiglio di conservare le tre puntate che appariranno sull’Insieme e inserirle nel libro (se non l’avete, acquistatelo!).

“I Serbelloni” (Cerbellon, Cervellon, Sorbellon) provengono dalla Spagna. Vantano la loro discendenza da Cerdubellius, capitano spagnolo che guerreggiò con Scipione Africano cento anni prima della nascita di Cristo. Sembra che un ramo di questa illustre e antichissima famiglia, a cui Gorgonzola deve tante opere di arte e di pietà, si trapiantasse da Napoli a Milano.

La famiglia Serbelloni acquistò fama e gloria soprattutto in virtù del matrimonio nel 1485 fra Cecilia Serbelloni e Bernardino De’ Medici di Marignano, da cui nacquero Giovanni (Giò) Angelo, Gian Giacomo detto il Meneghino e Margherita.

Giovanni Angelo Medici nacque a Milano nel 1499, studiò legge e si laureò a Pavia nel 1525; l’anno dopo il fratello Gian Giacomo, il Meneghino, che, dopo una brillante carriera militare aveva conseguito il titolo di Marchese di Marignano, lo chiamava a Roma, dove entrava al servizio del Cardinale Farnese; e quando Farnese divenne Papa Paolo III (1534-1549) lo nominò Vescovo di Ragusa e infine Cardinale (1549).

Durante il pontificato di Giampietro Carafa, che prese il nome di Paolo IV (1555-1559), il Cardinale Medici dovette ritirarsi a vita privata, muovendosi tra Milano e la Toscana, non essendo molto gradito al nuovo Papa.

Alla morte di Paolo IV, dopo tre mesi di difficile conclave, Angelo Medici fu eletto Papa con il nome di PIO IV (1559).

Di natura mite e pacifica fu molto gradito al popolo di Roma. Nominò Vescovo di Foligno il nipote Antonio Serbelloni e protesse in modo particolare i nipoti Federico e Carlo, figli della sorella Margherita e di Gilberto Borromeo.

Carlo Borromeo, ancora ventenne, fu chiamato a Roma dallo zio Papa Pio IV e creato Cardinale il 31 gennaio 1560, dando la sua preziosa collaborazione per la ripresa e la conclusione del Consiglio di Trento (1545-1563). Pio IV, dopo aver dato alla storia del Papato una delle pagine più gloriose, all’età di 66 anni, il 9 dicembre 1565, spirò tra le braccia di S. Carlo Borromeo e di S. Filippo Neri. Venne sepolto nella Basilica di S. Pietro, ma nel 1583 la salma venne trasferita nella Chiesa di S. Maria degli Angeli e posta in un semplice monumento.

Anche Milano, sua città natale, volle dedicare a Pio IV nello splendido Duomo una statua, opera di De Marinis.

GABRIO o GABRIELE SERBELLONI, detto il Grande Gabrio, uno dei più grandi capitani del sec. XVI,  nacque nel 1509 a Milano da Giovanni Pietro Serbelloni e da Elisabetta Rainoldi.

Imparentato sia con i De’ Medici sia con i Borromeo, potè prendere parte ad importanti imprese militari quali la guerra fra Carlo V e il duca di Sassonia e la guerra d’Ungheria contro l’esercito ottomano.

Nel 1559 dal cugino Papa Pio IV venne chiamato a Roma, nominato generale delle milizie pontificie e insignito dei titoli di cavaliere di Malta e Priore d’Ungheria. Nel 1571 partecipò alla battaglia di Lepanto contro i Turchi, che gli valse il titolo nobiliare di Tunisi.

Ritornato a Milano nel 1575 si distinse per gli aiuti alla popolazione colpita dalla grande peste del 1576. Morì il 27 gennaio 1580 nella sua villa a Gorgonzola, lasciando cinque figli avuti dal matrimonio con Caterina Bellingeri, fra i quali Alessandro (1545-1605) che, in seguito al matrimonio con Giulia Cusani, divenne Conte di Dovera e perciò capostipite di questo nuovo ramo della famiglia.

GIOVANNI BATTISTA SERBELLONI nel gennaio 1560 fu nominato castellano di Castel S. Angelo e poi il 17 dicembre 1561 Vescovo di Cassano allo Jonio in Calabria, a cui rinunciò il 6 febbraio 1579.

Trovando la vecchia chiesa di Camporicco ormai cadente nel 1577 decise di restaurarla.

La famiglia Serbelloni strinse diverse importanti alleanze matrimoniali che accrebbero la sua posizione sociale ed economica, e numerosi furono i titoli nobiliari: Signori di Gorgonzola, di Camporicco, Conti di Castiglione, Marchesi di Romagna, Grandi di Spagna e Duchi di S. Gabrio. Quest’ultimo titolo, concesso con diploma del Re Carlo II (13 novembre 1684) a GABRIO SERBELLONI (1635-1712) figlio di Giovanni e Luigia Marini, sottolinea l’elevato ceto sociale raggiunto dalla famiglia.

Il 22 settembre 1689 GABRIO compera dalla Regia Camera il fondo di Gorgonzola, capo pieve, con i relativi diritti giurisdizionali di pesca, caccia, dazio… per sè, i suoi figli e discendenti maschi, legittimi o legittimati per susseguente matrimonio.

Ottenuta la relativa investitura il 29 marzo 1690 e prestato il richiesto giuramento il successivo 20 maggio, acquista il Feudo di Camporicco e di Cassina de’ Pecchi nella Pieve di Gorgonzola e ne viene investito mediante atto il 5 aprile 1691.

Il titolo di Duca alla morte di Gabrio (1712) passò al figlio Giovanni (1665-1732) che insieme ereditò quello di Grande di Spagna.

Sposatosi nel 1692 con donna Maria Giulia, figlia del conte Antonio Trotti, ebbe cinque figli: GABRIO II (1693-1774), Costanza, Luigia, Fabrizio e GIOVANNI BATTISTA SERBELLONI (1697-1778), colonnello dei corazzieri, feldmaresciallo dell’esercito imperiale, cavaliere del Tesor d’Oro, comandante generale delle truppe in Dacia e in Insubria.

Il nipote Giovanni Galeazzo Serbelloni nel 1781 gli fece costruire un monumento nella Chiesa di Santa Barbara al Castello. Quando nel 1796 la chiesetta fu distrutta, Luisa Serbelloni Busca, figlia di Gian Galeazzo, ricordando il valore del carissimo zio paterno, trasportò il gruppo marmoreo della scuola del Canova nella Chiesa della Natività di Maria Vergine in Camporicco e curò che venisse restaurato nell’anno 1822.

GIOVANNI GALEAZZO SERBELLONI (1744-1802), Conte di Castiglione Lodigiano, Grande di Spagna, Duca di S. Gabrio, Feudatario di Romagnano, Marchese d’Incisa nel Monferrato, Feudatario di Gorgonzola, di Camporicco e di Cassina de’ Pecchi, ricoprì numerose ed importanti cariche pubbliche.

Nel 1771 sposò Donna Teresa di Castelbarco, da cui ebbe una sola figlia Luigia (1772-1849), Dama del’ordine della Croce Stellata e Dama di palazzo della regina d’Italia nel 1808.

Il titolo Ducale in assenza di figli maschi, passò al fratello Alessandro, fino ad arrivare, dopo vari passaggi, nel 1916 a Marianna con la quale si estinse la famiglia Serbelloni, il cui titolo passò a Giuseppe Crivelli Serbelloni.

Il palazzo Serbelloni, invece, fu ereditato e completato negli interni sotto Luigia Serbelloni: in virtù del matrimonio di questa con il marchese di Lomagna Ludovico Busca Arconate e di quello di una sua pronipote con il Conte Andrea Sola Cabiati, il palazzo passò ai Busca e poi ai Sola Cabiati, anche se mantenne il nome originario.

L’ultimo rappresentante della famiglia fu il Conte Gian Ludovico Sola Cabiati, il quale ebbe solo figlie femmine con conseguente estinzione della famiglia.

A cura di Mons. Bruno Magnani