Il Lago Gerundo

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C’era una volta un lago nella Martesana: proprio così. Infatti si hanno notizie storiche che confermano l’esistenza di isole e di conseguenza di un lago e di paludi che lo circondavano.

Da un atto notarile datato 1207 si certificava che questo lago si trovava ad est di Truccazzano. Il lago denominato GERUNDO, occupava nella sua origine un vasto territorio che si estendeva da Liscate fino al fiume Serio, ma il continuo ritirarsi dei ghiacciai, e la conseguente riduzione della portata d’acqua dei fiumi Oglio, Serio, Brembo, Adda, torrente Molgora e le bonifiche portate dall’uomo, ne decretarono la fine della sua esistenza.

Una leggenda dice che in epoca remotissima nel lago esisteva un drago acquatico, che si chiamava Tarantasio. I conti Visconti di Milano vollero effigiare nello stemma del loro casato questo drago che inghiotte un bambino. La bonifica del terreno lacustre attorno al lago la iniziò un condottiero romano, che nel 1° secolo d.C., certo Titio Mutio, divenutone proprietario della zona, diede un primo inizio alla bonifica, facendo del braccio destro dell’Adda un canale scolmatore chiamato Mutia, che poi si trasformò in Muzza. La bonifica portò innumerevoli benefici al territorio e alla salubrità dell’aria, che fu imitata in tutta Europa. L’ultimo rilevamento catastale del 1207 ne determina le dimensioni alquanto ridotte del Gerundo rispetto l’era di Mutio, ponendo i suoi confini fra il Torrettone di Truccazzano, il castello di Corneliano, dove vi sono degli avvallamenti, e Arzago, località poco oltre Rivolta d’Adda. La sua dimensione è calcolata in 8 Km x 15 Km, mentre inizialmente era di 15 Km x 60 Km ed una profondità di 12 metri.

Recentemente era ancora possibile notare affrancati al rudere di Torrettone, i ferri che tenevano gli anelli per l’attracco delle barche e barconi.

                                      Franco Castelli