“Un Curato e una Canonica” (2° puntata)

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“Nel 1787 l’Oggioni fu destinato alla Casa, detta dell’Ordinandi, per la perfezione degli studi e la promozione agli Ordini sacri (ostiariato – accolitato – lettorato – suddiacono – diacono). Seguendo una norma del real governo, che aveva ordinato che nessuno fosse promosso al sacerdozio se non sul fondo della cassa di religione, l’Oggioni fu provveduto del titolo necessario di £ 450 per la messa e di £ 200 come cappellano sussidiario di quella chiesa, cui sarebbe stato incardinato sacerdote.

Nel frattempo, essendo l’Oggioni diacono, si rese vacante il beneficio parrocchiale di Camporicco. Subito intervenne a favore di don Carlo Maria Oggioni l’eccellentissimo signor duca Giovanni Galeazzo Serbelloni (1744-1802), Conte di Castiglione Lodiagiano, Grande di Spagna, Duca di S. Gabrio, Feudatario di Romagnano, Marchese d’Incisa nel Monferrato, Feudatario di Gorgonzola, di Camporicco e di Cassina de’ Pecchi.

Il beneficio vacante di Camporicco passò in possesso dell’Oggioni, che il 22 ottobre 1790 fu promosso il sacerdozio, diventando così anche parroco di Camporicco.

La Parrocchia di Camporicco

Dedicata alla Natività di Maria Vergine, la Chiesa di Camporicco era già da oltre due secoli (1388) luogo di fede e di preghiera per il contado, quando il 23 febbraio 1605 il cardinale Federico Borromeo, cugino di S. Carlo, la eresse formalmente a parrocchia.

Gli abitanti di Camporicco e delle cascine vicine, si impegnarono, con pubblico atto, stipulato di fronte ad un notaio e debitamente sottoscritto, a concorrere alle spese necessarie, a restaurare la chiesa e a dotarla di quanto era necessario e a risistemare la casa vicina alla chiesa così che il parroco vi potesse abitare.

Alla nuova parrocchia vennero assegnate le cascine Malpaga e Casale, le frazioni di Cassina de’ Pecchi e Colombirolo; in seguito, essendo state costruite le altre frazioni di cascina Nuova e Casalino, vennero anch’esse incorporate a Camporicco.

Ebbe così inizio la lunga teoria dei pastori, uomini del Signore, mandati da Lui a curare una piccola vigna, sita in uno sperduto e ameno luogo della Martesana.

Tra di essi, smentendo l’antico proverbio “Nemo propheta in patria” (Nessuno è profeta nella sua patria), erano figli della terra cassinese, Carlo Abbiati (1638-1646), figlio di un sarto di Camporicco, Giandomenico Bossi (1751-1764) di Sant’Agata alla Cascina Malacchina, e Carlo Maria Oggioni (1789-1811) anch’egli di Sant’Agata e precisamente della Cascina Cusana.

Ed è proprio al parroco Oggioni che dobbiamo l’unica fonte di dati, documenti e informazioni sulle vicende storiche della parrocchia di Camporicco.

Questo lungimirante sacerdote, a differenza dei suoi predecessori, ha voluto trasmetterci con puntigliosa minuzia, testimonianze e documenti d’archivio, che ci consentono di conoscere vicende e personaggi di grande interesse.

(Continua)

A cura di Mons. Bruno Magnani