14 settembre: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE – “Non dimenticate le opere di Dio”

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Non dimenticate le opere di Dio” (Sal 78, 7).

In queste sante parole ci viene annunciato il mistero dell’Esaltazione della Croce. In primo luogo, in esse è contenuto il significato del Vecchio Testamento.

Secondo sant’Agostino, il Vecchio Testamento contiene ciò che è pienamente rivelato nel nuovo.

Dell’immagine del serpente di bronzo, al quale si riferì Gesù nella sua conversazione con Nicodemo, il Signore stesso ce ne rivela il significato dicendo: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna” (Gv 3, 14-15).

Durante il cammino del popolo di Israele dall’Egitto alla Terra Promessa – poiché la gente si lamentava – Dio mandò un’invasione di serpenti velenosi a causa della quale molti perirono. Quando i sopravvissuti compresero la loro colpa chiesero a Mosè di intercedere presso Dio: “Prega il Signore che allontani da noi questi serpenti”.

Mosè pregò e ricevette dal Signore quest’ordine: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta. Chiunque dopo essere stato morso lo guarderà, resterà in vita” (Nm 21, 8). Mosè obbedì all’ordine. Il serpente di bronzo posto sull’asta rappresentò la salvezza dalla morte per tutti coloro che venivano morsi dai serpenti.

Nel libro della Genesi il serpente era il simbolo dello spirito del male. Ora, per una sorprendente inversione, il serpente di bronzo issato nel deserto diventa una raffigurazione del Cristo, issato sulla croce. La festa dell’Esaltazione della Croce richiama alle nostre menti e, in un certo senso, rende attuale, proprio l’elevazione di Cristo sulla croce.

La festa è l’elevazione del Cristo redentore: chiunque crede nel Cristo crocifisso avrà la vita eterna.

Perché la croce e il Cristo crocifisso sono la porta alla vita eterna? Perché, come ci ricorda l’evangelista Giovanni, nel Cristo crocifisso è manifestato nella sua pienezza l’amore di Dio per il mondo, per l’uomo.

Nella conversazione con Nicodemo Cristo dice: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna.

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui “.

La salvezza del Figlio di Dio attraverso l’elevazione sulla croce ha la sua sorgente eterna nell’amore.

È l’amore del Padre che manda il Figlio, lo offre per la salvezza del mondo. Nello stesso tempo è l’amore del Figlio il quale non “giudica” il mondo ma sacrifica se stesso per l’amore verso il Padre e per la salvezza del mondo.

La croce contiene in sé il mistero della salvezza, perché nella croce l’amore viene innalzato.

Dall’altezza della croce l’amore discende a noi.

La croce è il più profondo chinarsi della divinità sull’uomo. La croce è come un tocco dell’eterno amore sulle ferite più dolorose dell’esistenza terrena dell’uomo.

La croce è il segno della più profonda umiliazione di Cristo. Egli accetta la morte sulla croce che diviene però il principio della risurrezione. Nella risurrezione il servo crocifisso viene innalzato su tutto il creato.

Nello stesso tempo anche la croce è innalzata. Essa cessa di essere il segno di una morte infamante e diventa il segno della risurrezione, cioè della vita.

Attraverso il segno della croce, non è il servo o lo schiavo che parla, ma il Signore di tutta la creazione.

Con la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, la Chiesa rivive in un certo qual modo tutto il periodo che ha inizio il mercoledì delle Ceneri, raggiunge il suo apice durante la Settimana Santa e a Pasqua e prosegue nelle settimane successive fino alla Pentecoste.

La festa dell’Esaltazione della santa croce è come il compendio di tutto il mistero pasquale di nostro Signore Gesù Cristo.

Veramente tutto il disegno di Dio sulla vita cristiana è condensato qui in un modo meraviglioso: il disegno di Dio e il suo senso!

Continuiamo a proclamare fino ai confini della terra il suo potere salvifico: “Exaltatio Crucis!”: la gloria della santa Croce!

(Giovanni Paolo II)