11. SPUNTI STORICI ANTICHI E NUOVI PER LA COMUNITÀ PASTORALE “MARIA MADRE DELLA CHIESA”

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Amore per il decoro e la sua chiesa

Quando prese possesso della parrocchia, don Ambrogio ereditò una chiesa disadorna.

Egli amava il bello, sopratutto per il decoro della casa di Dio e per onorare il Signore nelle funzioni religiose anche con mezzi e modi esteriori.

Allora fece restaurare quelle poche suppellettili ancora in buono stato, comprò sedie, candelabri, reliquiari, stendardi, torce per i ceroferari, che le portavano accese nelle funzioni religiose.

Fece confezionare paramenti sacri secondo i 5 colori liturgici (rosso, bianco, verde, viola, nero) in triplice esemplare perchè nelle solennità, sopratutto nella Festa Patronale del paese in onore di Maria Bambina, invitava altri preti a celebrare la Messa Solenne “in terza” cioè con il celebrante assistito dal Diacono e dal Suddiacono. Per custodire suppellettili, palii per l’altare, paramenti, tovaglie, moschettone (grandi e maestosi drappi che facevano da sfondo all’altare), fece costruire una nuova sacrestia al lato sud della chiesa, con capaci armadi di robusto legno.

Le nuove campane

Le campane della Chiesa Natività di Maria Vergine (Camporicco)
Le campane della Chiesa Natività di Maria Vergine (Camporicco)

Dopo la grande guerra del 1915-18, il Parroco si accorse che il senso religioso si era un poco intiepidito, sia per i disagi sofferti durante il periodo bellico, sia per alcuni lutti per i Caduti, sia perchè gli abitanti, specie i giovani, cominciarono ad abbandonare il paese per lavorare a Milano.

Don Ambrogio pensò, allora, di risvegliare i parrocchiani anche con un mezzo sonoro, oltre che con le sue prediche, a volte mordaci ma pur sempre paterne.

Il campanile della chiesa di Camporicco aveva tre minuscole campanelle.

Egli le sostituì con un concerto di cinque grosse campane in “do maggiore”.

Benedette dal Cardinale Tosi, lanciarono i loro squilli sonori dall’alto della torre campanaria.

Si sveglieranno ora i me’ malament…” diceva. Infatti i parrocchiani si svegliarono.

Sorsero, da lui propugnate, le Compagnie Religiose che prima non esistevano.

Furono le “Figlie di Maria” per le bambine, le ragazze e le signorine, che avevano per divisa un abito e velo bianchi con una fascia ai fianchi, verde, rossa, azzurra secondo l’età.

La Confraternita dei Luigini, in onore di S. Luigi, che per divisa aveva una lunga tunica bianca, stretta ai fianchi con un cordone celeste con due fiocchi pendenti e sulle spalle una mozzetta celeste a scialle.

La “Confraternita del Santissimo Sacramento” per uomini e donne.

Gli uomini avevano per divisa una tunica lunga stretta ai fianchi da un cordone rosso con due fiocchi pendenti e sulle spalle una mozzetta pure rossa con un distintivo di metallo raffigurante il SS. Sacramento.

Le donne indossavano l’abito nero con appuntato sul petto un nastro rosso e il medaglione raffigurante il SS. Sacramento.

Queste confraternite erano la gioia di don Ambrogio.

S. Luigi
S. Luigi
Lo stendardo e le "Figlie di Maria" in processione
Lo stendardo e le “Figlie di Maria” in processione

confrSi è detto che egli amava il bello, ma nelle processioni sia con il SS. Sacramento, sia con la reliquia della Madonna e l’urna di Maria Bambina, voleva lo sfarzo.

Pretendeva che i portoni dei cortili fossero abbelliti di “porte trionfanti” con altarini posticci, che alle finestre fossero esposti drappi e luci, un tempo con candele e lumini di cera, poi con lampadine elettriche.

Egli stesso faceva addobbare la facciata della Chiesa e della Canonica con drappi e luci colorate, mentre le pareti della chiesa scomparivano perchè coperte di drappeggi ornati di nastri con fronzoli dorati e argentati.

Le processioni dovevano essere pie ma festose, anche se apparivano abbastanza folcloristiche per le variopinte divise indossate dai componenti le Confraternite, che portavano numerosi stendardi, croci, ceri, vessilli, guidati dai loro Priori con in mano uno scettro con un santino, simbolo della loro autorità.

Processione con il SS. Sacramento
Processione con il SS. Sacramento

Da sotto il baldacchino, con in mano l’Ostensorio, che racchiudeva Gesù Eucaristico, don Ambrogio intonava canti religiosi con la sua bella ed intonata voce.

Ma se qualcuno, che ai margini della strada assisteva al passaggio del Santissimo, non si inginocchiava, pronto e con cipiglio severo tuonav a “Giu’ in cenocc malament… passa el noster Signur” (Mettiti in ginocchio, Particolare cura e devozione aveva per le funzioni della Settimana Santa.

Durante quei riti fu anche visto piangere.

Costruiva lui stesso, con l’aiuto del sacrestano, un grande “S. Sepolcro”, presso l’altare della Madonna nella Chiesa di Camporicco, con scheletro in legno, ricoperto di drappi rossi.

Nel S. Sepolcro conservava le Sacre Specie (l’Ostia Santa) tra un intenso brillare di candele e numerosi vasi di fiori. Poi ai piedi dell’altare poneva statue raffiguranti guardie romane armate di lance e un bozzetto di due soldati che giocavano ai dadi p er vincere la tunica di Gesù.

La mattina del Sabato Santo invitava in chiesa ragazzi e ragazze con campanelli e campanacci agricoli.

Voleva che al suo annuncio “Christus Dominus resurrexit” cantato per tre volte, prima al centro dell’altare, poi ai due lati, tutti facessero squillare i campanelli, mentre le campane tornavano a squillare, per dar gloria a Gesù Risorto. Così pure meticolosa cura poneva allestendo lui stesso il presepio di Natale, prima in Chiesa poi, nel corridoio dell’Asilo.

Riproduceva fedelmente le scene di Betlemme e il circondario abbellendolo di luci colorate e intermittenti, di ciondoli e fili luminescenti.

La chiesina di Cassina

La chiesina di Cassina
La chiesina di Cassina

Anche a questa chiesina don Ambrogio dedicò le sue cure, per mantenere il decoro, perchè in essa ogni mattina, per tempo, nei giorni feriali e in determinate feste religiose, celebrava la S. Messa.

Alla fine del mese di maggio, a chiusura del mese della Madonna, indiceva una processione con reliquia.

Si svolgeva di sera, aux flambeaux, per la via Roma, l’unica che percorreva il paese facendo sostare perfino i convogli, prima del “Gamba de legn” poi della traccia elettrica.

Se poi un manovratore non gradiva la sosta, interveniva don Ambrogio lanciandogli i suoi “Malament, fermes anca ti, per amur de la nostra Madona” (Maleducato, fermati anche tu per amore della nostra Madonna).

A quella processione partecipava tutta la gente del paese cantando talvolta a squarciagola e senza cori ben diretti, tanto che si usò chiamarla “la processione de ciuc” (la processione degli ubriachi).

Però don Ambrogio era felice lo stesso, perchè si vedeva circondato dai suoi parrocchiani a onorare la Madonna, piuttosto che starsene nelle osterie ad ubriacarsi e bestemmiare.

Chiesa della Nativita’ della Beata Vergine Maria in Camporicco

Cronologia

  •  Sec. XIV (22/06/1388): la fondazione
  • Sec. XVI (15/03/1568): visita di San Carlo Borromeo
  • Sec. XVII (23/02/1605): il Card. Federico Borromeo costituisce la Parrocchia
  • Sec. XVII (03/10/1606): atto di battesimo di Maria Gilardi
  • Sec. XIX (estate 1815): nella notte incendio della Chiesa

 

  • Fonte Battesimale: inizio secolo XVII – marmo rosa e legno scolpito, opera di artista lombardo
  • Altare Maggiore: 1776 (Scuola lombarda) – scagliola policroma e marmo.
  • Ciborio: 1776 (Scuola lombarda) – marmo policromo.
  • Tabernacolo: 1776 (Scuola lombarda) – bronzo dorato e argentato.
  • Balaustra: fine XVIII secolo – marmo policromo
  • Organo: fine XVIII secolo – Paolo Chiesa Lodigiano nel 1776

 

Il piccolo tesoretto di Camporicco

  • Piviale: fine XIX – secolo raso di seta rossa con ricami d’oro e pietre blu
  • Pianeta: secolo XVII – raso di seta bianca con ricami d’oro e policromi
  • Insegne di Confraternite: XIX secolo – metallo argento dorato sbalzato
  • Messale Romano: 1743
  • Messale Ambrosiano: 1768
  • Rituale: 1645
  • Monumento funebre a Serbelloni: 1781 – marmo di Carrara

(A cura di Mons. Bruno Magnani)

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