15. SPUNTI STORICI ANTICHI E NUOVI PER LA COMUNITÀ PASTORALE “MARIA MADRE DELLA CHIESA”

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La seconda guerra mondiale (1940-1945)

Nel 1940 l’Italia di Mussolini scende in guerra a fianco della Germania contro gli anglo-americani.

Iniziata il 10 giugno la guerra si protrasse per ben cinque anni sconvolgendo l’intera nazione e seminando sempre ovunque morte e rovine.

Massicci ed indiscriminati bombardamenti aerei devastarono le nostre città, sanguinose battaglie e disastrose ritirate costarono ingenti tributi di vite umane, feroci rappresaglie nazifasciste terrorizzarono la popolazione civile, spietate deportazioni in massa nei campi di sterminio nazisti, spensero l’esistenza di tanti nostri connazionali. Cassina de’ Pecchi stessa visse il trauma delle bombe e dei mitragliamenti, l’incubo delle rappresaglie e delle deportazioni e partecipò attivamente alla lotta di Liberazione.

Il Parroco Don Ambrogio Verderio, nel silenzio della sua canonica, diventa un importantissimo punto di riferimento.

È una di quelle figure mitiche che entrano nella storia di un paese, come le pietre miliari sulle antiche strade e diventano inamovibili riferimenti nella vita e nel ricordo di intere generazioni.

Nominato Parroco di Camporicco il 10 giugno 1910, afferma che vuole essere: “Il buon pastore che dà l’anima per le sue pecorelle”. Sparse su un vasto territorio in gruppi di cascine, le pecorelle sono poco più di un migliaio.

La vecchia chiesa parrocchiale è fuori mano, e Don Ambrogio pensa allora di andare personalmente, di cascina in cascina, per portare la sua parola e per celebrare l’Eucarestia. Così conosce tutti i suoi figlioli ad uno ad uno.

Schivo e rustico, non incline ad atti di ossequio e a incensamenti, poco malleabile, è di animo buono e generoso, disponibile a qualsiasi iniziativa pur di aiutare la sua gente.

Al mattino la sua casa è meta continua di postulanti che chiedono ogni genere di consigli, perché Don Ambrogio oltre che pastore delle anime cura anche i corpi. Ha infatti notevoli conoscenze, per esperienze e per studi appassionati, nel campo dell’erboristeria, anche se la fama di “taumaturgo” lo infastidisce.

Al pomeriggio gira le campagne su una vecchia bicicletta, con la tonaca svolazzante al vento, intercalando nel suo discorso un “malament“, parola che lo rende famoso.

Un uomo libero, amante della giustizia, generoso nella carità, è quasi per natura antifascista nei primi tempi del Regime e non ha paura a presentarsi in tribunale per denunciare le violenze squadristiche che imperversano anche nel suo paese.

Coerente con le esigenze della sua carità sacerdotale, incoraggiato personalmente dal cardinale Schuster, fin dal 1940 ospita nella sua casa perseguitati politici e persone ricercate per motivi razziali.

La canonica di Camporicco, per la sua favorevole ubicazione in aperta campagna, con un lato verso una strada di facile comunicazione e con una porta segreta sul retro, si è rivelata il luogo ideale per soggiorni clandestini e fughe precipitose.

L’opera caritativa di assistenza a famiglie ebree, a renitenti alla leva, a militari sbandati, si intensifica dopo l’8 settembre 1943.

Si presenta un giorno a Don Ambrogio un giovane, Varisco Aldo, a lui mandato dal Cardinale Schuster.

[La documentazione e la testimonianza scritta di Aldo Varisco è conservata presso l’Archivio storico della Diocesi di Milano – sezione Resistenza. Sia la documentazione sia la testimonianza di Aldo Varisco, vengono riportate anche nel volume Memorie di sacerdoti “Ribelli per amore” 1943-1945 a cura di Don Giovanni Barbareschi, Milano 1986, pagine 395-397].

Si tratta di essere “a disposizione della Chiesa per la difesa dei diritti degli ebrei facendo loro avere tutto quello di cui necessitano per i loro bambini e per i loro vecchi…”.

Così aveva detto il Cardinale Schuster ad Aldo Varisco aggiungendo: “Prendi qualche sacerdote coraggioso che ti possa aiutare“. E aveva fatto esplicitamente il nome di Don Ambrogio.

Annota il Commendator Aldo Varisco, medaglia d’oro della Resistenza, nella sua testimonianza: “Mi sono incontrato con questo sacerdote e abbiamo iniziato la nostra opera segreta a Cassina de’ Pecchi, fuori dall’occhio di tutti. Si trattava di fornire carte annonarie falsificate a chi non ne aveva diritto perché Ebreo o ricercato.

Si lavorava di notte e talvolta tutta la notte… I parroci mi segnalavano, oltre agli ebrei, i partigiani feriti, ammalati, che avevano nascosto nelle loro canoniche.

Don Ambrogio ha sempre avuto un coraggio da leone, rischiava molto, e con la grande influenza che aveva su tutta la popolazione, riusciva a coinvolgere in questa testimonianza di carità tutto il suo popolo”.

Impossibile precisare il numero delle persone ospitate, salvate, aiutate a vivere con le carte annonarie falsificate.

La Preghiera del “Ribelle”

 «Signore, che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito
contro le perfidie e gli interessi dominanti, la sordità inerte della massa,
a noi, oppressi da un giogo numeroso e crudele
che in noi e prima di noi ha calpestato Te fonte di libera vita, dà la forza della ribellione.

Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi:
alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà,
moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura.

Noi ti preghiamo, Signore.

Tu che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocifisso,
nell’ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria:
sii nell’indigenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell’amarezza.

Quanto piú s’addensa e incupisce l’avversario, facci limpidi e diritti.

Nella tortura serra le nostre labbra.

Spezzaci per non lasciarci piegare.

Se cadremo, fa’ che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente
e a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità.

Tu che dicesti: “Io sono la resurrezione e la vita”,
rendi, nel dolore, all’Italia una vita generosa e severa.

Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia Tu sulle nostre famiglie!

Sui monti ventosi e nelle catacombe della città,
dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo:
sia in noi la pace che Tu solo sai dare.

Signore della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia,
ascolta la preghiera di noi “ribelli per amore”».

 

(Preghiera di Teresio Olivelli, pubblicata in occasione della Pasqua 1944 sul giornale clandestino “Il Ribelle”)

 ribelle

Il 7 dicembre 1985, per il 40° anniversario della Liberazione, il Comune di Cassina de’ Pecchi ha consegnato all’attuale Parroco di Camporicco una pergamena a ricordo dell’eroica testimonianza di carità data da Don Ambrogio in quegli anni difficili.foto

«Nell’ambito del 40° Anniversario della Liberazione, ed in particolare delle manifestazioni indette per ricordare i “Preti nella Resistenza”, si è svolta sabato 7 dicembre a Cassina de’ Pecchi, una cerimonia in ricordo di Don Ambrogio Verderio, per oltre 40 anni Parroco di Camporicco-Cassina.

L’iniziativa, promossa dal locale Centro Culturale “L’Amicizia”, ha raccolto l’adesione del Parroco Don Bruno Magnani, ed ha avuto un carattere prettamente religioso, con una celebrazione eucaristica concelebrata da don Bruno e don Carlo, e assistita dla Gruppo degli Scout. Folta la presenza di pubblico, ed in particolare dei “Vecchi Cassinesi” commossi testimoni dell’operato di Don Ambrogio Verderio.

Ha presenziato alla cerimonia il Comm. Aldo Varisco, medaglia d’oro della Resistenza, che ha ricordato la figura di Don Verderio e la sua impegnata opera di sacerdote e di patriota in aiuto a perseguitati politici e razziali.

Il Dott. Rebuzzini, presidente del Centro Culturale “L’Amicizia”, ha consegnato al parroco Don Magnani una pergamena a ricordo di Don Verderio ed allo stesso Comm. Varisco un riconoscimento per i suoi alti meriti umanitari». (Articolo di Giampiero Zanchetta)

(A cura di Mons. Bruno Magnani)

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