Epifania: magi o befana?

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Forse i Magi non erano Re ma sapienti che, come ha detto il Papa emerito Benedetto XVI, «scrutavano il cielo» per trovare Dio. Una leggenda li associa ad una anziana signora che poi divenne la Befana che porta i doni ai più piccoli. Nella liturgia cristiana è la festa in cui Dio, nel Bambino Gesù, si manifesta a tutti i popoli. Il dono della mirra allude alla Passione, quello dell’oro alla regalità e l’incenso alla divinità di Cristo.


Ma cosa c’entra la Befana con il giorno dei Magi?

Nel libro Storia e leggende di Babbo Natale e della Befana (Newton Compton) viene riportata una leggenda secondo la quale i Magi, diretti a Betlemme con i doni, non riuscendo a trovare la strada chiesero informazioni ad un’anziana. La quale, nonostante le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al Bambino, restò ferma. Poi si pentì, preparò un cesto di dolci e cercò i re. Ma non li trovò. A quel punto decise che si sarebbe fermata a ogni casa lungo il suo cammino, donando qualcosa ai bimbi, sperando che uno di essi fosse Gesù. Da allora porta regali a tutti i piccoli. Ecco quindi che “epifania”, parola greca che significa “manifestazione divina, apparizione” (quella di Cristo Signore a tutti i popoli in questo caso) è diventata befana.

La festa fu abolita dal calendario civile nel 1978 e ripristinata nel 1985

In Italia è comunque una festa molto popolare e sentita, dà luogo a diverse manifestazioni e tradizioni, dai pranzi e i doni offerti per i più poveri a quella, squisitamente religiosa, specie al Sud, del bacio del Bambinello nei presepi viventi allestiti per Natale. Fino al corteo dei Magi e le sagre di paese. Nel 1978 fu abolita, ma poi fu reintrodotta nel calendario religioso e civile dal 1985.

Le interpretazioni della Chiesa

Nel Vangelo di Matteo troviamo l’episodio della visita dei Magi a Gesù Bambino i quali da Oriente giungono a Gerusalemme e chiedono “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. I Magi simboleggiano gli stranieri e i pagani che riconoscono la venuta del vero Dio.

Il significato dei tre doni: la mirra è l’olio tradizionalmente utilizzato per la sepoltura e allude alla Passione di Cristo, l’oro è simbolo di regalità, l’incenso è riservato a Dio.

Riguardo ai loro nomi: un’altra leggenda armena racconta che i Re Magi fossero fratelli chiamati: Melchiorre, che regnava sui Persiani; Baldassarre, il secondo, sugli indiani; Gaspare, il terzo, possedeva il paese degli Arabi.

I Magi simbolo di chi è in ricerca di Dio

Al di là delle leggende, sterminate, la Chiesa li ha sempre considerati come simbolo dell’uomo che si mette alla ricerca di Dio: «Essi», ha detto Benedetto XVI nell’omelia della solennità dell’Epifania del 2011, «erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, ma non per cercare di “leggere” negli astri il futuro, eventualmente per ricavarne un guadagno; erano piuttosto uomini “in ricerca” di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita. Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la “firma” di Dio, una firma che l’uomo può e deve tentare di scoprire e decifrare».

IL MIO AUGURIO PERCHE’ OGNUNO ABBIA A CERCARE E A TROVARE LA VERA LUCE DA SEGUIRE NEL CAMMINO DELLA VITA!

DON MASSIMO