“TOCCATI” da una guerra, anche se nel 2022, recentemente

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Lena (13 anni), Sonya (15 anni), Serghiy (14 anni), Bogdan (13 anni), Sasha (14 anni) e mamma Inna (non si chiede l’età), da lunedì scorso (14 marzo) sono “ospiti” nella nostra Comunità, nell’appartamento vissuto per anni e anni dal caro don Bruno, nel “cuore” (permettetemelo di dirlo) di Cassina che è il nostro Oratorio San Domenico Savio.

Sono le 7.23 quando in Via Cardinal Ferrari si ferma questo grande pullman verde in viaggio da giorni e giorni dall’Ucrania, partito proprio, 6 giorni prima, da Zaporizhzhia (città diventata famosa qualche settimana fa perché lì è collocata una grande centrale nucleare).

Uno alla volta, lentamente, dal pullman scendono questi 34 amici (dai 2 ai 18 anni) accompagnati da 13 adulti che sono diventati i loro “tutori” in questa permanenza in Italia.

Mi colpisce una piccolina bambina che, appena scesa dal pullman con un giaccone forse un po’ grandino per lei ed un cappellino di lana che arriva fino a coprire le sue sopracciglia, dopo qualche passo deciso, vedendo un po’ di gente lì per l’accoglienza ad un tratto si ferma, fa un simpatico e furbetto sorrisino e torna indietro.

Accolti al San Domenico Savio, entrati nel grande luminoso salone dell’Oratorio (preparato a festa) per mangiare qualcosa di caldo e dopo aver fatto il tampone (grazie ad alcuni operatori sanitari volontari) vengono affidati ai Parroci e ai Sindaci delle diverse Comunità che li ospiteranno.

Quando mi vengono presentati gli amici, destinati a Cassina, prima di accompagnarli e mostrare la “loro” casa, faccio vedere velocemente qualche spazio dell’Oratorio e subito Sasha, Bogdan e Serghiy (trovato sul campo un pallone) si mettono a fare due tiri al canestro.

Quando Sonya e Lena vedono la loro cameretta (grazie alle mamme volontarie dell’Oratorio che, con esperienza, hanno predisposto bene) con due occhi sorridenti dicono qualche parola in ucraino (e l’interprete mi sussurra all’orecchio: “Grazie”).

E mamma Inna, con molta riservatezza, si apparta, si siede su una poltrona di don Bruno e scappa qualche lacrima.

Il mio “stupore” (non so se è il termine migliore per esprimere ciò che ho provato) quando sempre l’interprete, prendendomi da parte, mi spiega che il nome del più piccolo nostro “ospite”, Bogdan, significa “donato da Dio”.

Tra me e me ho pensato: “Però… bella coincidenza!”.

Concludo questo semplice racconto con una speranza ed una certezza.

Ho fiducia che l’accoglienza in Oratorio possa essere per i nostri amici un ulteriore aiuto a trovare un po’ di serenità e di pace anche attraverso la presenza e il sorriso di tanti loro coetanei.

E credo che la loro presenza, qui a Cassina, sia per ognuno di noi un richiamo sull’assurdità di ogni guerra.

Una “guerra” che in qualche modo tocca la nostra vita, la nostra quotidianità e (perché no?) la nostra preghiera.

Sì, “toccati” da una guerra nel 2022. In tempi recenti.

Don Massimo