«Resta con noi, perché si fa sera» (Lc 24,29)

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Un pomeriggio, mentre stavo uscendo dal nostro bell’Oratorio, una giovane mamma, salutandomi mi dice: “Don… che Pasqua anche questa volta!”. Pensandoci bene, come darle torto? Infatti, dopo il Covid, la Pandemia ora è la guerra (per di più, vicina a noi) che bussa ed entra, in un modo o nell’altro, nella quotidianità della nostra vita, dei nostri cammini, dei nostri progetti.

E’ la terza Pasqua consecutiva che celebriamo in “situazione particolare”.

Forse, ci sembra di viverla più come momento di passione che come momento di gioia e di speranza; eppure la Pasqua resta l’unica strada per intravvedere la possibile fecondità anche di questi momenti e per non restare intrappolati nella palude della sfiducia o della paura.


Forse, la frase che più si addice a “questo tempo” e che esprime meglio il significato di questa Pasqua, è quella del Vangelo di Luca: “Resta con noi, Signore, perché si fa sera” (Lc 24,29).

È la supplica che i discepoli fanno a Gesù dopo la sua apparizione a Emmaus. Ecco perché a questa giovane mamma desidero dire che questa supplica (“Resta con noi, perché si fa sera”) diventa certezza!

Una “certezza” che trovo presente nella preghiera delle nostre case, nella solidarietà verso i più poveri, nell’assistenza ai nostri anziani e malati, nella generosa risposta che Cassina ha manifestato per la Pace e per l’accoglienza e l’aiuto ai profughi.

Nel volontariato verso i più fragili (nel pensare e costruire un loro futuro).

Nei semi di passione educativa che una maestra ha lasciato ai suoi alunni, ai loro genitori, alle sue colleghe, alla nostra Scuola.

Nella folla di amici di un giovane che si è stretta ai suoi cari con affetto e calore.

Nella fiducia di una famiglia di una nostra adolescente che dovrà affrontare un particolare intervento.

Nei sorrisi di Lena, Sonya, Serghiy, Sasha, Bogdan e “mamma” Inna ospitati in Oratorio.

Una “certezza” che trovo presente nello sforzo di ognuno di noi, quando “insieme”, si guarda all’altro.

Cristo risorge quando riscopriamo il senso della comunità, quando non dimentichiamo la missione di testimonianza che fa parte della nostra vita, quando in Gesù possiamo ritrovare una vita diversa, autentica, la ragione di una speranza che è più forte della paura e dello scoraggiamento.

L’augurio mio, di don Fabio, di don Bangaly e don Silvio perché la preghiera dei discepoli di Emmaus (“Resta con noi, Signore, perché si fa sera”) sia per tutti una certezza e accompagnata dalla gioia nel vedere già presenti in mezzo a noi, nella nostra Comunità, vari e diversi semi di speranza.
Sì, semi di Speranza, reali, belli e autentici!