Sono don Luigi Peraboni, mandato dall’arcivescovo Mario, come parroco di Cassina de’ Pecchi. Vi racconto brevemente la mia storia, nato a Monza nel 1963 e cresciuto a Brugherio. A 24 anni prete novello a San Giuliano Milanese per 7 anni, dopo inviato, ancora come vicario parrocchiale, ad Abbiategrasso presso l’oratorio San Gaetano. A 39 anni vengo nominato parroco a Villa Cortese e lì rimango per 10 anni. Nel 2012 l’arcivescovo mi invia in una quarta comunità a Merate e vengo nominato parroco delle quattro parrocchie della città. Arriviamo al 2024, dopo 12 anni a Merate, eccomi qui con voi, che siete la quinta comunità cristiana che incontro nel cammino del mio diventare cristiano ed essere prete con voi e per voi. Mi presento con gli stessi desideri che mi hanno accompagnato negli anni del mio essere prete al servizio delle diverse comunità: seguire Gesù e camminare insieme a voi.
La particolare stagione che sta vivendo la chiesa è segnata dalla proposta della sinodalità, che significa “camminare insieme”. Nel linguaggio ecclesiale sinodalità può ridursi ad uno slogan per coprire problemi di protagonismo, di maschilismo o di giochi di potere, ma al tempo stesso camminare insieme può essere, in modo concreto, lo stile della comunità per generare un volto di chiesa più evangelico e più incline a porsi al servizio dei più fragili.
Vi confido, da subito, che mi metterò in cammino con voi in punta di piedi, bussando alla porta, con discrezione. Mi lascerò guidare dalle parole di Giovanni Battista rivolte ai suoi amici in riferimento a Gesù: “Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv, 3,30). Mi piace ricordare le parole che il mio padre spirituale mi disse prima di lasciare il seminario: “Tu Luigi non sarai un prete da vetrina, starai nel magazzino della bottega a preparare tutto per bene, perché gli altri possano gioire e, al tempo stesso, tu sarai felice di servire”.
Sarebbero ancora tante le cose che vorrei dirvi ma non vorrei annoiarvi, del resto avremo molte altre occasioni per conoscerci e quindi per volerci bene. Vorrei concludere questo mio breve saluto invitandoci all’impegno comune di evitare una malattia diffusa nella chiesa: la malattia della “fotocopiatrice” o del “Si è sempre fatto così”.
Vi prometto che non vi paragonerò mai ad una delle comunità in cui sono già stato, perché sono convinto che siete unici e ancora di più sono straconvinto che Dio in Cassina è, è stato e sarà all’opera prima e più di me.
Scriveva con grande arguzia spirituale Georges Bernanos nel suo “Diario di un parroco di campagna”, mettendo al termine del suo libro queste parole sulla bocca del parroco: “Tutto è grazia”. Camminare insieme nei prossimi anni significherà scoprire con meraviglia che la grazia di Dio è un incontro, ed è un incontro d’amore, come un bacio di Dio.
don Luigi