Sabato 7 settembre in Duomo l’arcivescovo ha dato inizio, con il Pontificale nella solennità della natività della Beata Vergine Maria, al nuovo anno pastorale e ha rivolto la proposta pastorale a tutta la Diocesi per l’anno 2024-2025 con la lettera dal titolo: “BASTA. L’AMORE che salva e il MALE insopportabile”.
Un tratto significativo della lettera dice: “Il legame tra l’insofferenza per l’intollerabile e la fiducia nella grazia del Signore è l’argomento che permette di dire che abbiamo ragioni per sperare, per lottare, per pensare. Ci basta la grazia del Signore per non lasciarci cadere le braccia di fronte a una situazione per tanti aspetti intollerabile”.
Il grido provocatorio dell’arcivescovo “BASTA!” con il male insopportabile, non si spegne in una sterile protesta, ma nella proposta pastorale diventa una speranza argomentata, una fiducia rinnovata e soprattutto una ricerca continua della “grazia del Signore”.
La lettera pastorale sarà per tutta la comunità un’occasione di lettura del presente e un laboratorio di idee e buone pratiche per continuare a confidare nel Signore.
Ora mi permetto di confidarvi anche le gioie della mia prima domenica in mezzo a voi. Ho avuto modo di incontrare in tempi e modi diversi le tre parrocchie che i miei predecessori hanno avviato con saggezza nel cammino inevitabile di “comunità pastorale”. E ho colto da subito la ricchezza della diversità e al tempo stesso la missionarietà della collaborazione pastorale.
Non posso che ringraziare per la calorosa accoglienza e per la manifestazione di collaborazione rivolta da molte persone. Ho intuito da subito che avrò mesi davanti a me dove mi eserciterò con pazienza nell’arte dell’ascolto, così da cogliere i semi che a larghe mani il Signore ha seminato nei vostri cuori.
Un particolare ringraziamento anticipato a tutti i volontari che donano con gioia il loro tempo per la comunità. Siete voi che rivelate il volto della comunità, la vostra responsabilità è grande perché il Signore si serve di voi per dire a tutti lo stile “divino” del servizio, della cura, della tenerezza, della discrezione, insomma dell’amore. Rivolgo a tutti un semplice consiglio.
Nelle parrocchie non abbiamo bisogno di poche persone che fanno tutto (il pericolo è un protagonismo soffocante!), ma di tante persone che fanno poco (la bellezza di accogliere molti!).
don Luigi