Carissimo popolo di Dio, che vive a Cassina de’ Pecchi,
stiano vivendo il mese di ottobre, particolarmente orientato a sensibilizzarci sul tema della missione nella Chiesa. Ricordo le parole di un vecchio parroco che mi confidava un desiderio, terminare i giorni della sua vita terrena attorniato da poche cose, essenziali, liberarsi di tante cose inutili e godere dell’ascolto dolce, come il miele, della Parola di Dio. Mi diceva: “Se si avverasse questo desiderio di avere accanto a me la compagnia di una Parola che ha creato e promesso un mondo migliore, sarei già in paradiso”. Penso che anche la ricerca di una rinnovata missione dei cristiani nel mondo sia innanzitutto ricerca della semplicità. Il vecchio parroco al termine della sua missione proponeva l’importanza dell’ascolto della Parola.
La parola di Dio ha il primato nella missione, precede l’amministrare i sacramenti e l’annuncio stesso. La parola creatrice precede ogni opera nel mondo e ogni iniziativa pastorale. Ricordiamoci che se ci precede non significa che non ha bisogno di noi! Anche il Concilio vaticano II ha riflettuto sulla missionarietà della chiesa e ha ricordato che, tradizionalmente, la parola “missione” non veniva applicata alla chiesa, ma alla vita trinitaria; insomma, Dio è “in missione” per radunare attorno alla mensa del suo regno tutti i popoli del mondo. La missione di radunare è l’opera continua di Dio nel mondo. In nessun caso la chiesa può pensare di sostituirsi alle Persone divine! Non la parola del missionario, ma la Parola di Dio! La “missione” è la presenza di un mistero che germina nelle culture, nelle religioni e nel cuore di ognuno. Se questa è la missione, le nostre attività missionarie non devono creare ostacoli alle persone per essere accolti da Dio, generare confusione con l’esuberanza delle parole, imporre moralismi con la supponenza della conoscenza oppure rifugiarsi nell’attivismo.
È più facile fare tante cose che fidarci di Dio all’opera! Il testimone è colui che vede, un contemplativo, nel senso che contempla l’agire di Dio nel mondo. Egli non ripete ciò che un giorno ha visto, dice quello che vede “qui e ora”. E soprattutto desidera l’incontro con gli altri.
L’incontro è al cuore della vita missionaria. L’episodio biblico della visitazione di Maria ad Elisabetta ci offre un modello significativo di missione. Maria va a mani vuote, non ha lezioni da dare né conoscenze apprese, né un progetto pastorale. Ad Elisabetta augura la pace.
Elisabetta pronuncia la benedizione su Maria. Maria non dà prova di alcuna superiorità. Essa riceve un nome nuovo: Benedetta da Dio! L’incontro permette ad ognuno di comprendere meglio il proprio mistero. Missionari non sono quelli che “sanno” e che vanno a portare la fede agli altri. Missionari sono quelli che cercano e si mettono in gioco nell’incontro con gli altri e custodiscono nel cuore la promessa di ricevere Cristo da quegli stessi presso i quali hanno la missione di testimoniarlo.
don Luigi