Il Bimbo, la Melograna, la Croce

275
(continuazione da “Il Melograno”)

Il Santo, stupito dei ragionamenti e dei discorsi di quell’incanto di bambino, fu ben contento di metterselo a cavalluccio sul collo. Magari era diretto a qualche vicino casale e sarebbe stato possibile sapere chi erano i genitori di un fanciullo così grazioso ed a modo.

Avendo percorso non molta strada con sulle fortunate spalle quel Dio e Signore che tutto governa e crea, Giovanni vide una fonte (1) e disse: «Bambino mio, lasciami bere, perché sento sete. Mi hai fatto proprio sudare, così ben cicciotello come t’ha fatto mamma!».

Ma quando sistemò il fanciullo sotto un albero, questi gli mostrò una melagrana (2) socchiusa e dal cui spacco usciva una croce, dicendogli: «Giovanni di Dio, sappi che Granata sarà la tua croce e tramite questa vedrai Gesù in gloria».

E in ciò disparve, mentre Giovanni perse coscienza, rimanendo un’ora in terra.

Al riprendersi, alzò gli occhi al cielo, esclamando: «Bambino mio, come e dove ho meritato di godere tanto favore? È mai possibile che abbia avuto sulle mie spalle il Figlio della Vergine Santissima, il mio Dio e Signore?

Certo l’ho visto e mi ha parlato e m’ha chiamato Giovanni di Dio, dicendomi che Granata sarebbe stata la mia Croce. Un tal genere di messaggio non poteva darmelo un bambino di quaggiù.

Se dunque la mia Croce è a Granata, voglio andare a trovarla, poiché nella Croce c’è la luce che illumina ogni cristiano ed è la Croce che apre il cammino per il Cielo. Lascerò dunque la strada di Siviglia e punterò su Granata».

Fu così che Giovanni, dando mille volte grazie al Signore, venne a stabilirsi a Granata.

(1): Nella campagna di Gaucin oggi una cappellina in onore del Santo rievoca la fonte dove sarebbe avvenuto questo episodio. Inoltre, nel castello di Guacin era venerata una statuetta del bambino Gesù che si diceva fosse stata donata dallo stesso Giovanni.

Il 7 settembre 1936, durante i torbidi della guerra civile, la statuetta fu profanata e distrutta, ma il 7 settembre 1937 il priore dei Fatebenefratelli di Granata provvide ad intronizzarne solennemente una nuova.

(2): In spagnolo nella frase c’è un gioco di parole, in quanto “granata” allo stesso tempo è il nome della melagrana e quello della famosa città andalusa.

(da “San Giovanni di Dio narrato dal Celi”
di Fra Giuseppe Magliozzi. O.H.)

Sapevo che nel cortile della Scuola d’Infanzia parrocchiale esisteva una pianta di melograno; incuriosito andai a vederla e ricordandomi dell’episodio narrato di S. Giovanni di Dio, non resistetti a strappare un ramoscello con due melograni attaccati; lo portai nella mia cucina, lo deposi vicino al quadretto regalatomi da don Paolo e sua mamma carla.

Lì rimarranno… un ricordo bello e significativo… fino a quando?

(A cura di Monsignor Bruno Magnani)