Giorno di Pasqua, giorno di festa, giorno di una scoperta imprevedibile, di una gioia che inonda la terra.
Sì, mio Signore, la pietra che sigillava il tuo sepolcro, è volata via per sempre…
E la tomba non ha più nulla da custodire, se non i segni e le tracce di un morto che ora è risorto.
Giorno di Pasqua, giorno di speranza, nell’attesa che saltino via le pietre di tutti i sepolcri del mondo e i morti ritornino in vita.
Sì, mio Signore, duemila anni dopo, lo stesso smarrimento, la stessa fatica a capire afferra anche noi.
Non è possibile un evento così grande, non è possibile una cosa così bella: il Signore è vivo e ci viene incontro.
Giorno di Pasqua, giorno di incontro, perché il Signore parla al nostro cuore e si dona come pane di vita.
Sì, mio Signore, ancora oggi tu sei presente in mezzo a noi, in questa assemblea che fa memoria della tua vittoria sulla morte, in questa famiglia che vuole ascoltare quel racconto che le ha cambiato la vita, in questo popolo che siede a tavola per spezzare il tuo pane e condividere il tuo amore.
Roberto Laurita