Il Pellegrinaggio a Verona

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Sono andato a rivedere le foto che ho scattato durante il pellegrinaggio alla Casa Madre di Verona per il 150° anno della morte di Maddalena di Canossa (10 aprile 1835). Era il 16 maggio 1985. Non c’era ancora la Parrocchia S. Maria Ausiliatrice, ma un’unica parrocchia: quella della Natività di Maria Vergine – Camporicco in Cassina de’ Pecchi. Mi ricordo ancora la commozione che ho sentito quando ho scattato la foto dell’interno della stanza dove Maddalena di Canossa, prima di morire, recitò le tre famose “Ave Maria”!

La lapide muraria diceva: “Ex hoc cubiculo anima Magdalenae de Canossa die X° aprilis anni D.ni MDCCCXXXV inter caelicolas evolavit” (“Da questa stanza l’anima di Maddalena di Canossa, il giorno 10 aprile dell’anno del Signore 1835, volò tra i santi del cielo”).

Mi sono poi fermato a guardare la foto di gruppo ai piedi dell’imponente statua della Maddalena, che protegge le sue orfanelle: tanti volti conosciuti e amati, consolazione nelle fatiche pastorali; parecchi ora passati a miglior vita nella casa del Padre ad intercedere per noi.

Anche quest’anno in occasione dei 200 anni di fondazione dell’Istituto delle Madri Canossiane (1808-2008) ho partecipato al pellegrinaggio alla Casa Madre di Verona. Non è stata una semplice ripetizione del precedente, ma una nuova esperienza, anzitutto per la partecipazione della Comunità Pastorale “Maria Madre della Chiesa”: preti, suore, laici. Una esperienza di comunione, di comunicazione, di conoscenza, di condivisione.

Si è creato un bel clima spirituale con la recita delle Lodi, di ascolto della vita e delle Opere di Maddalena, di riflessione con la recita del S. Rosario, di condivisione del Pane eucaristico nella S. Messa.

Ci è stata data la possibilità di arricchire un po’ la nostra cultura con la visita alla Cattedrale di S. Zeno, con il cammino lungo il fiume Adige, in contatto con la natura, per arrivare al Palazzo Canossa e ammirare l’architettura e le strutture di quel tempo, segnato dalla presenza dominatrice di Napoleone.

Abbiamo respirato un poco di aria e di odore di santità, visitando gli ambienti dove è vissuta la Santa, osservando oggetti, scritti, libri, vestiti e altri ricordi. Mi ha impressionato vedere vesti liturgiche (pianete, stole,…) confezionati con i vestiti ricamati della stessa Maddalena. Se mi ha emozionato il fatto di scattare la foto dell’interno della stanza dove morì Maddalena, immaginatevi l’intensa emozione nel celebrare la S. Messa sull’altare sotto il quale riposano le spoglie della Santa canossiana.

Non sono mancati poi momenti di sana allegria, di piacevoli risate con i canti e le barzellette, pulite e gustose. Non posso poi dimenticare un piccolo particolare durante la visita al Palazzo Canossa. Ci ha aperto e ci ha accompagnato a visitare il palazzo una vecchietta gentile, semplice e umile, per chi non la conosceva, ma per chi sapeva era la contessa Albertini, discendente di Maddalena. Ebbene, uscendo dall’immenso salone, chiamato “degli Specchi”, la Madre Carla le offre il braccio per lasciarle il passo ma la Contessa, in tono umile ma serio, rispose: «Non sia mai che io passi davanti ad una Madre!». La stupenda giornata è terminata con i ringraziamenti del Parroco don Graziano.

«Grazie all’autista che ci ha portato a casa sani e salvi. Grazie a Madre Anna Maria che ha organizzato questo pellegrinaggio. Grazie a Monsignore che ha presieduto la celebrazione dell’Eucarestia. Grazie a tutti voi, che avete partecipato degnamente ai vari momenti di preghiera, di ascolto, di silenzio, di pazienza e anche di sana allegria. Grazie a tutti!».

(A cura di Monsignor Bruno Magnani)