RIBELLI PER AMORE (4)

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La testimonianza di Aldo Varisco

 Si presenta un giorno a don Ambrogio un giovane, Varisco Aldo, a lui mandato dal Cardinal Schuster.

Si tratta di essere “a disposizione della Chiesa per la difesa dei diritti degli ebrei, facendo loro avere tutto quello di cui necessitano per i loro bambini e per i loro  vecchi…”. Così aveva detto il Card. Schuster al Aldo Varisco, aggiungendo: «Prendi qualche sacerdote coraggioso che ti possa aiutare». E aveva fatto esplicitamente il nome di don Ambrogio.

Annota il Commendator Aldo Varisco di Sesto S. Giovanni, medaglia d’oro della Resistenza, nella sua testimonianza: “Mi sono incontrato con questo sacerdote e  abbiamo iniziato la nostra opera segreta alla Cassina de’ Pecchi, fuori dall’occhio  di tutti.

Si trattava di fornire carte annonarie falsificate a chi non ne aveva diritto, perchè ebreo o perchè ricercato. Si lavorava di notte e talvolta tutta la notte…

I Parroci mi segnalavano, oltre agli ebrei, i partigiani feriti, ammalati, che avevano nascosto nelle loro canoniche. Don Ambrogio ha sempre avuto un coraggio da leone, rischiava molto, e con la grande influenza che aveva su tutta la popolazione, riusciva a coinvolgere in questa testimonianza di carità tutto il suo popolo…”.

Impossibile precisare il numero delle persone ospitate, salvate, aiutate a vivere con le carte annonarie falsificate.

Il 7 dicembre 1985, per il 40° anniversario della Liberazione, il Comune di Cassina de’ Pecchi ha consegnato alla Parrocchia di Camporicco una pergamena a ricordo dell’eroica testimonianza di carità di don Ambrogio Verderio in quegli anni difficili. (Da Memoria di Sacerdoti “Ribelli per amore” – pp. 396-397).

Il Commendator Aldo Varisco è sempre stato riconoscente a Cassina de’ Pecchi per l’opera svolta da don Ambrogio in quei tremendi anni della Resistenza. Quando seppe della mia nomina a Parroco di Camporicco, volle fare la mia conoscenza per mezzo del compianto Dottor Gabriele Rebuzzini, antica conoscenza come studente al Collegio di Tradate.

Ha seguito poi con interesse lo svolgersi della mia missione come parroco a Cassina, ricordando sempre con commozione la forte e generosa figura di don Ambrogio.

Dal 1976 al 1992 non mancò mai di mandarmi gli auguri per Natale, per Pasqua e per il mio onomastico con pensieri semplici ma ricchi di fede.

Perdonami don Ambrogio se ho voluto raccontare un episodio della tua vita come “ribelle per amore”, poco conosciuto allora per motivi di “segretezza” e oggi ignorato dalla quasi totalità della popolazione cassinese. Il dovere di riconoscenza mi ha spinto a farlo e sono contento; ma tu, dal cielo, ti prego, continua a proteggere questa nostra Comunità Pastorale insieme all’amico Aldo Varisco.

                                                                                               

Torniamo ai giorni del rischio, 
quando tu salutavi a sera
senza essere certo mai
di rivedere l’amico al mattino.

E i passi della ronda nazista
dal selciato ti facevano eco
dentro il cervello, nel nero
silenzio della notte

Torniamo  a sperare,
come primavera torna
ogni anno a fiorire.

E i bimbi nascono ancora,
profezia e segno
che Dio non è pentito.

Torniamo a credere
pur se le voci dai pergami
persuadono a fatica:
e altro vento spira
di più raffinata barbarie.

Torniamo all’amore,
pur se anche del famigliare
il dubbio ti morde,
e solitudine pare invalicabile.

(David Maria Turoldo)