IL CONSIGLIO PASTORALE DELLA NOSTRA COMUNITÀ PASTORALE

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 «Non essendo stato raggiunto il numero minimo previsto di laici da eleggere, la Commissione ritiene che non ci siano le condizioni per svolgere le elezioni per il rinnovo del Consiglio Pastorale».

Questa dichiarazione è il passaggio cruciale del verbale redatto dalla Commissione elettorale lunedì 3 ottobre 2011, una volta esaurito il tempo per raccogliere le candidature per le elezioni del Consiglio Pastorale.

Come tutti possono capire sabato 15 e domenica 16 ottobre nelle tre Parrocchie della nostra Comunità Pastorale non si possono svolgere le elezioni come di consuetudine.

Questo evento lascia la comunità senza Consiglio Pastorale? Forse la comunità cristiana è distratta e non si è accorta che si andava alle elezioni? Oppure la comunità cristiana è superficiale e ha pensato che “tanto ci sono i soliti che si presenteranno”? O è in atto una sorta di indifferenza alla partecipazione, alla conduzione, alla corresponsabilità, al confronto per scegliere azioni pastorali finalizzate al bene di tutta la comunità?

Eppure non sono mancati richiami ed esortazioni.

Ne elenchiamo alcune.

1) Il Verbale del Consiglio Pastorale del 3 maggio 2011, sia all’inizio che alla fine, richiamava il rinnovo e il percorso verso le elezioni di ottobre.

2) Su l’Insieme del 26 giugno l’intera quarta pagina era dedicata a spiegare cosa è il Consiglio Pastorale, chi ne può fare parte, quali organismi legati al Consiglio Pastorale sarebbero scaduti a settembre, e veniva riportata una bella preghiera del Consiglio e per il Consiglio Pastorale.

3) Su l’Insieme del 28 agosto, in prima pagina, si ritornava sul tema del Consiglio pastorale. L’intera quarta pagina dell’Insieme del 4 settembre era dedicata al Consiglio Pastorale. L’11 settembre si parlava del Consiglio Pastorale in quarta pagina e in contemporanea a tutte le S. Messe un rappresentante della Commissione elettorale leggeva un comunicato sul tema delle elezioni. L’Insieme del 18 settembre parlava del nuovo Consiglio Pastorale in terza pagina e in contemporanea i Sacerdoti a tutte le Messe trattavano il tema durante l’omelia. Il 25 settembre l’Insieme dedicava ancora ampio spazio in quarta pagina al tema delle elezioni. Il 2 ottobre l’Insieme lanciava un ultimo appello, sempre in quarta pagina, accompagnato nello stesso giorno da una breve esortazione dei Sacerdoti.

Tutti hanno potuto leggere, tutti hanno potuto sentire, la domanda rimane: è stata distrazione, superficialità o indifferenza? Partendo da questo dato mi sono ricordato di alcune riflessioni del Cardinal Carlo Maria Martini contenute nella sua lettera di presentazione del Sinodo 47°. «Ora la Chiesa sta tutta sub Verbo Dei dipende cioè totalmente dalla Parola del Signore, da cui è generata, come creatura Verbi. Parlando di Lei dobbiamo avere la coscienza che parliamo di Gesù, descrivendo il suo volto facciamo riferimento a quello di Gesù.

Solo così il nostro parlare della Chiesa, delle sue strutture e delle sue attività, delle sue figure di valore e delle sue regole è un parlare vero, purificante, pacificato, liberante.

Mi sono convinto sempre di più che la vera lettura del cammino ecclesiale vada cercato proprio in quell’approfondimento del Volto di Cristo che ha fatto la Chiesa degli Apostoli, la quale viveva della contemplazione del Volto di Gesù e la traduceva in azioni, strutture e regole nella gioia e nella pace dello Spirito Santo…

Essere Chiesa degli Apostoli vuol dire voler essere il Corpo di Cristo crocifisso nella storia, la ripresentazione del suo Volto nel tempo, confidando nella grazia dello Spirito Santo e nella misericordia di colui che perdona le mancanze con cui sfiguriamo quotidianamente questo dolcissimo e santo Volto… Siamo chiamati a riscoprire, rivivere e attualizzare il modo di vedere, giudicare e agire degli Apostoli, dei primi evangelizzatori e dei primi discepoli; i loro atteggiamenti e le loro scelte, il loro amore per il Signore Gesù, la loro obbedienza al Padre, la loro docilità allo Spirito Santo, la loro costante attenzione alla Parola, la loro interiore rigenerazione, la carità creativa verso i fratelli, lo slancio missionario…

È un modello ispirato e consacrato che da duemila anni guida il cammino di tutte le chiese e della Chiesa; è una esperienza concreta vissuta da persone come noi, che con i loro limiti e difetti, superando difficoltà certo non inferiori alle nostre, si sono lasciati condurre dallo Spirito del Signore».

Ripensando a questi passaggi possiamo ricordare l’elezione del 12° Apostolo Mattia (At 1, 21-26); possiamo ricordare l’elezione dei primi 7 Diaconi (At 6, 1-6), ma soprattutto può risuonare anche per noi forte e chiaro quel «riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati» pronunciato dallo Spirito Santo mentre la comunità credente stava celebrando il culto del Signore e digiunando.

Da quel momento Barnaba e Saulo vengono inviati in tutto il mondo non giudaico ad annunciare il Vangelo   (At 13, 1-4).

Ritorniamo alla domanda iniziale: Questo evento lascia la comunità senza Consiglio Pastorale?

La risposta è no.

Dal non raggiungimento del numero sufficiente per svolgere le elezioni nella nostra Comunità, fatto che potrebbe indurre a scuotere il capo delusi ed amareggiati, noi partiamo per scoprire i segni dell’azione dello Spirito Santo nella nostra Comunità e per riscoprire ancora una volta che il vero Pastore di ogni Comunità Cristiana e di tutta la Chiesa è il Signore Gesù risorto!

Quegli uomini e donne, giovani, adulti e anziani, delle nostre tre parrocchie che hanno risposto “Sì” alla chiamata ad essere Consiglieri del Consiglio Pastorale, non lo hanno fatto solo per un atto di personale buona volontà ma anche e soprattutto perchè lo Spirito Santo, vero maestro interiore, li ha guidati ad esprimere quel “Sì”.

Così il battesimo e la cresima che tutti abbiamo ricevuto porta frutti a servizio della Chiesa.

Così possiamo scoprire che il nuovo Consiglio Pastorale non ci è dato da segni tracciati su una scheda elettorale ma da una Grazia che viene dall’alto e che supera e vince anche le nostre debolezze.

 Il Direttivo della Comunità Pastorale