“Un Curato e una Canonica” (3° puntata)

293

“Gli antecessori dell’Oggioni sono: Don Agostino Brambilla (1776-1789), nobile milanese, uomo di talento mediocre, ma di sani costumi, di carattere affabile e popolare; fece fare l’organo della spesa di quasi £ 1.800.
Non godendo buona salute fu obbligato a portarsi in tempo di estate alla Cassina de Pecchi pagando fìtto in casa Radaelli. Per cui si ricominciò a parlare di traslocazione di parrocchia; ma non essendosi effettuata procurò al Brambilla varie critiche e risentimenti da sua eccellenza il signor duca Gian Galeazzo Serbelloni, che poi finirono, per il buon carattere del medesimo curato. Ciò nonostante il Brambilla pensò a cercarsi altro beneficio parrocchiale, giacché quasi tutta l’entrata di questa la consumava in medicine e medicamenti per lui e la sua famiglia e non avendo potuto conseguire quella di Cernusco, ebbe quella di Bruzzano appositamente adatta per lui, ove si trasferì il 21 agosto 1789.

L’altro antecessore è Don Giorgio Galbiati (1764-1776) pure milanese, uomo abbastanza dotto ma di carattere caustico e solitario. Sotto di lui si fece l’altare maggiore di marmo dell’importo di £ 2.000 e fu il primo che, per causa della rovinosa e malsana casa parrocchiale si trasferì d’abitazione a Cassina de Pecchi.

Racconta l’Oggioni che una volta, essendosi ammalato gravemente, andò a trovarlo il signor Duca che, dopo averlo incoraggiato a guarire, gli disse che approvava le sue ragionevoli richieste fatte alla comunità, perché fosse lodevolmente riportata e adattata la casa parrocchiale, e che avrebbe provveduto come se fosse stato suo personale interesse.

Infatti il Duca si interessò quanto all’aria cattiva della parrocchia e se le due comunità di Camporicco e Cassina de’ Pecchi avessero collaborato alla spesa, egli era determinato a ristrutturare la chiesa e la casa parrocchiale, con molte sue spese, avendo già fatto fare il disegno, ordinato di scavare i fondamenti e invitato a venire monsignore Arcivescovo per l’anno seguente a consacrarla.

La decisione del Duca obbligò il parroco ad andare a Groppello il giorno 30 ottobre 1791 da monsignore Arcivescovo per ottenere il permesso perché il popolo potesse lavorare per detta fabbrica anche nei giorni festivi.

Ma la comunità, oltre all’essere sempre stata indolente, per non dire renitente, ha sempre cercato di andare alla minor spesa possibile (insomma, senza parafrasi, parrocchiani neghittosi e tirchi) trascurando il loro vero interesse: la maggior gloria di Dio ed il bene del popolo e del parroco. L’atteggiamento dei parrocchiani indispettì il signor Duca, che abbandonò il già inoltrato, vantaggioso e magnifico progetto, con dispiacere universale e volle che fossero fatte almeno le urgenti riparazioni e i necessari adattamenti alla casa e al rovinoso campanile.

Fu delegato dal Duca il Sig. Antonio Giuseppe Gemelli, pubblico agrimensore, che andò sul posto il 23 aprile 1792 a rilevare lo stato e i bisogni della casa parrocchiale e la spesa occorrente per la costruzione del nuovo campanile per un totale di £ 4.295, dato in appalto il 7 agosto 1794 al signor Giovanni Villa capomastro del Duca, che intervenne in persona. Siccome il perito non faceva quegli adattamenti necessari per rendere la casa allegra e salubre, secondo il parere del parroco, l’Oggioni decise di trasferirsi alla Cassina de’ Pecchi il lunedì 22 luglio 1794, nell’ultimo cascino civile con l’annuo affitto di £ 100”.

(Continua)

A cura di Mons. Bruno Magnani