Maggio – mese mariano – SANTO ROSARIO: DOLCE CATENA CHE CI RANNODA A DIO

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L’itinerario del Rosario dalla gioia, attraverso la luce e il dolore, ci conduce alla contemplazione della gloria. La pietà popolare dedica a Maria in modo particolare i mesi di maggio e di ottobre, e vede nella corona del S. Rosario la «dolce catena che ci rannoda a Dio, vincolo di amore che ci unisce agli angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio» (Beato Bartolo Longo).

Il Santo Rosario è una preghiera semplice, che chiunque può recitare, in qualunque ora del giorno ed in qualsiasi luogo.

Il fatto che si tratti di una preghiera popolare, però, non deve farci pensare che il rosario sia qualcosa di staccato dalla preghiera ufficiale della Chiesa.

Nella semplicità del rosario c’è tutta la varietà delle situazioni che l’uomo vive, così come è possibile ritrovarla nei salmi del popolo di Israele, e c’è tutta la profondità dell’esperienza di Dio che possiamo trovare nella vita di Gesù. Questa connessione tra i misteri di Cristo e i salmi ci permette di entrare nel cuore contemplativo della corona mariana.

La forma litanica della ripetizione non è un mantra che ci separa dalla nostra vita quotidiana, ma è lo spazio della contemplazione dei misteri della vita di Gesù nei quali troviamo la luce per leggere anche la nostra vita di ogni giorno.

In questa contemplazione chiediamo di entrare nello sguardo di Maria, di essere da lei introdotti nel mistero che meditiamo, di essere accompagnati a scorgere il nesso tra quel mistero e ciò che noi stiamo vivendo.

Il susseguirsi delle Ave Maria è come l’incedere dei passi lungo una strada: ci fa camminare insieme con Maria ed entrare sempre più nella sua stessa fede.

Così, progressivamente, cresce in noi la confidenza con il modo di operare di Dio e, al contempo, matura la certezza della bontà del suo disegno che si dipana nella storia e coinvolge anche noi.

Come la goccia che cadendo ripetutamente sulla pietra scava un nuovo spazio, così il susseguirsi delle Ave

  Maria spacca la pietra del nostro cuore aprendola al  dono della fede.

La Madonna ci insegna a sperare contro ogni speranza mondana.

Dalla sua fede sgorga in noi la certezza che

la nostra vita non è una serie di circostanze casuali, non proveniamo dal nulla e non procediamo verso il nulla: la nostra esistenza è stata voluta e amata da un Padre che ha in mano le redini della storia e ci conduce verso il bene.

Con Maria abbandoniamo le false sicurezze, i nostri calcoli, per entrare nel punto di vista di Dio.

La sofferenza certo non ci viene risparmiata, ma assieme a Maria, che ha conosciuto il dolore più grande, diventiamo capaci di attraversarla, certi che il male e la morte non sono l’ultima parola.

Non dimentichiamo poi che il rosario rappresenta una delle preghiere di intercessioni più potenti. Sgranando i nodi della corona, la nostra mente e il nostro cuore si popolano di volti e di immagini che portiamo, quasi senza avvedercene, ai piedi della Madonna.

E vero: come in ogni preghiera la distrazione ci attanaglia. A volte siamo stanchi, più o meno addormentati a seconda delle ore del giorno in cui preghiamo, ma poi un soprassalto dello Spirito ci permette di rientrare nelle parole che stiamo dicendo o nel mistero che stiamo contemplando e di raggiungere il porto sicuro del cuore di Gesù.

La Madonna conosce benissimo le nostre debolezze, le nostre stanchezze o preoccupazioni, non si scandalizza delle nostre difficoltà, ma è contenta che proprio dentro queste nostre fragilità il rosario segni un fiume luminoso di adesione e di ricerca della volontà di Dio.

Occorre però educarsi ed educare a questa “oggettività” del rosario.

Se vissuto bene, secondo questa intenzione ampia, profonda, biblica, che è la sua ispirazione vera, esso è veramente una sintesi della vita cristiana e non ha niente di pietistico.

Giovanni Paolo II ha introdotto i misteri della luce, allargando lo spazio della contemplazione aperto dal salterio di Maria ai misteri della vita pubblica di Gesù e sottolineando così il carattere cristocentrico della preghiera mariana.

Ad Jesum per Mariam: “A Gesù attraverso Maria”.

È questo il  segreto, antico e sempre nuovo,

del rosario.

Mons. Massimo Camisasca