«Siete una bella comunità, testimoniate Cristo»

217

scola e donSotto un cielo insperatamente azzurro, è un’intera comunità in festa che accoglie il cardinale Scola a Cassina de’ Pecchi. Ci sono i bimbi delle due scuole dell’infanzia parrocchiali, che circondano l’Arcivescovo con un allegro girotondo, i genitori e i nonni, gli educatori e i catechisti, gli animatori dell’oratorio estivo, i sacerdoti. Insomma tanta gente che festeggia, con l’Arcivescovo, i quarant’anni della consacrazione della chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, facente parte della Comunità Pastorale Maria Madre della Chiesa.

«Grazie per essere qui oggi, in un momento particolare della vita della nostra Comunità, con la nuova diaconìa e l’avvicinarsi dell’Ordinazione di don Fabio che lei ha donato a noi. L’accogliamo con gioia, attesa e festa nella fede, come maestro, padre e guida», dice, nel suo indirizzo di saluto iniziale, il responsabile della Comunità, don Massimo Donghi che concelebra l’Eucaristia con il vicario di zona VII, monsignor Cresseri, i due vicari della CP e l’anziano primo parroco, don Bruno Magnani.

«Ringrazio voi tutti che avete voluto essere presenti, accogliendo l’Arcivescovo per il quale celebrare l’Eucaristia con i suoi è uno dei gesti che più aspetta e desidera, perché, come ci ha detto il Papa durante il Giubileo dei sacerdoti, sono due i poli di riferimento del prete e, quindi, del Vescovo: il Signore e il popolo santo di Dio che voi qui rappresentate. Laddove, soprattutto nell’epoca contemporanea, subiamo la tentazione di voler essere come Dio, comportandoci come i padroni di noi stessi perché, solo quando siamo messi di fronte alla prova e alla difficoltà riusciamo a liberarci da tale pretesa piena di egoismo che mette sulla scena solo il nostro io e nella quale gli altri sono più che altro un elemento di utilità», la Lettura dalla Genesi con il racconto del peccato originario, sia di esempio, suggerisce l’Arcivescovo.

«Ma questo peccato, di cui il battesimo è lavacro, non definisce compiutamente l’uomo, perché Dio ha mandato tra noi suo Figlio, che si è fatto trattare da peccato pur non avendo peccato, in modo che la giustizia della fede potesse riapparire al cuore del nostro popolo». Così come scrive san Paolo ai Romani – “Dove abbonda il peccato, sovrabbonda la Grazia” –, Gesù è colui che ci tiene per mano, perché ci dona se stesso con un amore che dura sempre, anche se siamo battezzati, ma abbiamo perso la strada di casa».

Poi, ancora un richiamo alla bella realtà di Cassina – «espressione a tutto campo della vita cristiana».

Infine, dopo la benedizione del calice e della patena di don Fabio che diventerà prete ambrosiano sabato prossimo, ancora un monito a vedere nella famiglia il primo soggetto dell’evangelizzazione e il luogo privilegiato in cui portare quotidianamente il pensiero di Cristo affrontando problemi concreti e a riconoscere nei nonni una ricchezza «perché da loro si comprende meglio il senso della sofferenza e della morte, la serietà dell’impegno nel lavoro». Per i giovani la consegna è a comprendere l’amore vero e, se si avesse nel cuore il pensiero di darsi interamente al Signore, di parlarne, di aprirsi, di seguire questa preziosa strada.

Parole, queste ultime ripetute, a conclusione, sul sagrato di santa Maria Ausiliatrice, a 200 animatori dell’oratorio feriale con le loro belle magliette azzurre: «Avete un compito importante e impegnativo, mi raccomando, in ciò che proporrete, l’amicizia tra voi, la fedeltà, la gioia e la delicatezza perché si può insegnare solo quello che si vive. So di poter contare su di voi».