Il dinamismo della Chiesa

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Settimana scorsa abbiamo celebrato la Domenica della Parola di Dio. Cosa è rimasto in noi? 

Parto da un semplice versetto del Vangelo «Gesù disse loro: “Venite dietro a me” […]. E subito lasciarono le reti e lo seguirono» (Mc 1,17-18). Ecco cosa la Parola di Dio desidera fare in ognuno di noi!

Come per i primi discepoli, che accogliendo le parole di Gesù lasciano le reti e cominciano un’avventura stupenda, così anche sulle rive della nostra vita (carica di impegni), accanto alle barche dei familiari e alle reti del lavoro (con le nostre responsabilità), la Parola suscita la chiamata di Gesù a prendere il largo con Lui per gli altri. Sì, la Parola suscita la missione. La Chiesa vive di questo dinamismo: è chiamata da Cristo, attirata da Lui, ed è inviata nel mondo a testimoniarlo. Questo è il dinamismo nella Chiesa.

Se guardiamo agli amici di Dio, ai testimoni del Vangelo nella storia, ai santi, vediamo che per tutti la Parola è stata decisiva. Pensiamo al primo monaco, Sant’Antonio, che, colpito da un passo del Vangelo mentre era a Messa, lasciò tutto per il Signore; pensiamo a Sant’Agostino, la cui vita svoltò quando una parola divina gli risanò il cuore; pensiamo a Santa Teresa di Gesù Bambino, che scoprì la sua vocazione leggendo le lettere di San Paolo. E Francesco d’Assisi, il quale, dopo aver pregato, legge nel Vangelo che Gesù invia i discepoli a predicare ed esclama:

 «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!».

Sono vite cambiate dalla Parola di vita, dalla Parola del Signore!

Possiamo chiederci: perché per molti di noi non accade lo stesso? Tante volte ascoltiamo la Parola di Dio, entra in un orecchio ed esce dall’altro: perché? Forse perché, come ci mostrano questi testimoni, bisogna non essere “sordi” alla Parola. È il nostro rischio: travolti da mille parole, ci lasciamo scivolare addosso pure la Parola di Dio: la sentiamo, ma non la ascoltiamo; la ascoltiamo, ma non la custodiamo; la custodiamo, ma non ci lasciamo provocare per cambiare.

E domandiamoci, infine: Io, quale posto riservo alla Parola di Dio nel luogo dove abito? Lì ci saranno libri, giornali, televisori, telefoni, ma dov’è la Bibbia? Nella mia stanza, tengo il Vangelo a portata di mano? Lo leggo ogni giorno per ritrovarvi la rotta della vita? Porto nella borsa un piccolo esemplare del Vangelo per leggerlo?

Papa Francesco tante volte ci consiglia di avere sempre il Vangelo con sé, in tasca, nella borsa, nel telefonino:
se Cristo mi è caro più di ogni cosa, come posso lasciarlo a casa e non portare con me la sua Parola?

E un ultimo interrogativo: ho letto per intero almeno uno dei quattro Vangeli? Il Vangelo è il libro della vita, è semplice e breve, eppure tanti credenti non ne hanno mai letto uno dall’inizio alla fine.

La Domenica della Parola di Dio che abbiamo celebrato settimana scorsa possa essere l’occasione per ognuno di noi per verificare il proprio cammino e chiedere insieme il dono di far nostra l’incisione che il card. Martini ha voluto sulla sua tomba: “Lampada per i miei passi è la tua parola. Luce sul mio cammino”.

La nostra Comunità, grazie ad ognuno di noi, possa vivere di questo costruttivo “dinamismo”.

Don Massimo