Carissimo popolo di Dio che vive a Cassina de’ Pecchi
La Quaresima è attesa di novità, è dura come un deserto, è lieve come un vento leggero che sussurra, è prova di superamento del limite, è la paura dell’assenza del Maestro e infine è credere in una Luce che indica il cammino da proseguire.
La Quaresima è sempre fare i conti con la morte e al tempo stesso rinnovare l’annuncio della risurrezione e la testimonianza del Crocifisso risorto. Ma di fronte a questo annuncio cristiano, spesso i non credenti, ma anche molti credenti che si sono fermati al catechismo della gioventù e poi sono diventati interpreti comodi dello spirito cristiano, dichiarano, come gli Ateniesi a Paolo, “sulla risurrezione ti sentiremo un’altra volta!”. Allora come testimoniare la risurrezione? Mi permetto di suggerire due aspetti sull’importanza della testimonianza di vita.
Il primo aspetto riguarda il chiamare le persone e le realtà con il proprio nome, senza contraffazioni o riduzioni egoistiche al fine di imporre il proprio nome sugli altri. Chiamare non per usare l’altro, ma per risvegliarlo alla sua originalità. Nel vangelo di Giovanni Maria di Magdala riconosce il Maestro risorto, quando Lui pronuncia il suo nome: “Maria”. La potenza di Dio ci chiama alla vita nel modo più semplice possibile, riconoscendo la dignità e la bellezza del nostro essere persone con un nome e una storia di relazioni. La tenerezza di pronunciare il nome genera relazioni di fiducia e di amore, questa è la testimonianza del Risorto e questa è la testimonianza del cristiano.
Un altro aspetto è l’importanza di seguire una strada con l’umiltà di condividere il cammino con chi si incontra. Nel vangelo di Luca il crocifisso risorto ci conduce, condividendo il cammino con i due discepoli di Emmaus. La strada si apre con l’ascolto attento e con la condivisone del pasto. Una condivisione senza pregiudizi, ma rispettosa del passo di ciascuno. La testimonianza del cristiano non può essere da meno, occorre imparare a non imporre, ma proporre; a non comandare, ma a educare; a non indottrinare, ma a pensare con il cuore; a non distruggere, ma a costruire. La quaresima è un tempo favorevole per compiere esercizi di cristianesimo.
don Luigi