Carissimo popolo di Dio che vive a Cassina de’ Pecchi,
nella storia dell’umanità la via della misericordia tracciata da Gesù sembra essersi attualizzata dalla tenerezza di Maria. Mi piace pensare a Maria, non dall’alto dei dogmi o dalla ricerca del miracolistico, ma con lo sguardo della tenerezza di una mamma. La madre di Dio è la donna della tenerezza. Le poche parole che i testi evangelici ci hanno consegnato sulla figura di Maria la presentano accogliente come un grembo, fiduciosa con lo sguardo fisso sul figlio, sofferente con le lacrime sotto la croce e madre del focolare con gli undici apostoli impauriti nel cenacolo.
Credo in Maria perché Maria crede in Gesù.
Maria è la donna della fede, una fede dimostrata non con le vie tradizionali della ragione, ma con la ragionevolezza della relazione e soprattutto dell’affidamento viscerale della mamma che si fida del figlio. Alle nozze di Cana ci dona la sua testimonianza di fede nel figlio e indica la via del miracolo: “fate quello che vi dirà”. Non andiamo alla ricerca del miracolistico nella devozione a Maria, ricerchiamo piuttosto le sofferenze dei fratelli, facciamo quello che è necessario per la salvezza: accogliere il vino nuovo di Dio, la persona di Gesù, che svela la misericordia di Dio attraverso il gesto di lavare i piedi dei suoi discepoli.
Maria traduce la via tracciata da Gesù con lo stile della tenerezza. Tenerezza verso il figlio, verso la cugina Elisabetta, verso i pochi rimasti sotto la croce e verso la chiesa apostolica. Maria non usa tante parole, non dispone di tanti mezzi, basta lo sguardo, la visita, il sorriso, la condivisione, l’incoraggiamento e la presenza silenziosa.
Tantissimi invocano Maria, forse la invocano perché la tenerezza salverà il mondo.
Maria dai piedi della croce diventa la donna della speranza. Uomini e donne di tutti i tempi senza speranza si sono rivolti a lei, come ultima porta di uscita e come mamma pronta ad ascoltare. Maria frequenta le periferie del mondo e delle città per accompagnare le persone sole o abbandonate all’incontro con l’Uomo della speranza, il crocifisso. Maria è la mamma che accoglie, come la stupenda statua di Michelangelo, tutti i crocifissi della storia e lei non disperde nulla della sofferenza che cade sulla terra, anzi con grande tenerezza la raccoglie tutta, ogni goccia, per custodirla tre giorni, i giorni del Risorto. La speranza di Maria è tenace fino all’impossibile, fino allo strazio più crudele del figlio in croce, fino alla sepoltura, fino al silenzio di Dio, fino a credere che “nulla è impossibile a Dio”.
Maria è il biglietto da visita di Aldo per entrare in paradiso. Aldo, un amico, povero senza fissa dimora, qualche panino insieme, una birretta, qualche spicciolo per le sigarette, qualche doccia negli spogliatoi dell’oratorio e qualche piccolo lavoretto per arrotondare. Un amico che si è presentato la prima volta arrabbiato con Dio e con la Chiesa, ma con una fiducia incrollabile in Maria. Mi diceva spesso: “Maria mi aiuta”. Pochi mesi prima di morire mi rivelò un segreto, mentre si mangiava una pizza insieme tirò fuori dal suo taschino una piccola immaginetta della Madonna dei poveri di Banneux e mi disse: “Questo è il mio biglietto per il paradiso, una mamma, come Maria, non mi lascerà fuori al freddo!”. Quel giorno ho capito due cose: la tenerezza di Maria e le vie del Signore sono infinite.
don Luigi